lunedì 11 maggio 2009

L'uccellino

Sono sveglia pensando a non so quali cose
e ad un tratto sento come un fruscio.
Poi ecco un trillo felice, un battito d’ali, un gorgheggio.
Un uccellino si posa tremante sulle inferriate della mia finestra: sosta, chiama, gorgheggia, strilla.
E’ un inno al sole, agli altri, alla vita.

domenica 10 maggio 2009

Il congiuntivo

I giovani d’oggi non usano più il congiuntivo.
A me piaceva tanto.
Era quasi impossibile da usare,
ma mi faceva sentire importante.
Una frase costruita col congiuntivo era l’avvenire, era il futuro, era il passato e anche il presente.
I giovani oggi pensano solo al presente.
Non c’è passato. Sparito il latino, il paese natio, i nomi, la religione, la fede, la patria.
Non c’è più futuro, perché tutto finisce e ricomincia subito: il lavoro, l’amore, il matrimonio, l’unione del genitori.
Il congiuntivo è finito.
Amen.

sabato 2 maggio 2009

Le mie parole

Le mie parole sono pensieri
che vanno e vengono
si posano, corrono, ritornano.

Le mie parole frugano fra le cose
le osservano e rischiano di perdersi.
Le mie parole
hanno le ali:
si spandono intorno e volano
verso siti infiniti.

Le mie parole
mi fanno compagnia
seguono un ricordo
sfiorano un sentimento
piangono e ridono
e fissano sul foglio i miei stati d’animo.

Sono uno sfogo
sono lo scorre della mia vita vista
come in un film che solo io conosco, percepisco,
sogno e rimpiango.
Le mie parole sono me stessa.

venerdì 1 maggio 2009

La Luce

Ero in un letto d’ospedale e stavo morendo.
Il mio corpo era invaso da un fuoco indomabile: peritonite acuta.
Mentre la mia vita si spegneva, sentii, ad un tratto, una forza prepotente spingermi in un tunnel buio e stretto dove, girando a spirali concentriche e a velocità supersonica (senza nessuna fatica) volavo non so dove.
Poi in fondo a questo coso vidi e sentii una luce bianchissima, incandescente, di un bianco mai visto: una luce strana e bellissima che mi attirava e, avvolgendomi tutta, mi dava un senso di pace e serenità ineguagliabile.
Mi svegliai nel mio letto di ospedale sentendo dell’acqua scrosciare: era come una cascata che mi ripuliva lenendo il mio dolore.
Aprii gli occhi e vidi mio padre che si lavava le mani e il viso facendo scorrere l’acqua dal rubinetto del lavandino.
Ero fuori pericolo.
Quella luce bellissima, strana e indimenticabile vorrei vederla ancora perché so che è il mio domani, forse in un posto bellissimo, forse nel Paradiso.